«Ha cinque cervelli diversi, ognuno più intelligente del tuo», ha detto di Murray Gell-Mann John Brockman. Una definizione quanto mai azzeccata per lo scopritore dei quark, i «mattoni della materia», uomo capace grazie alla sua sterminata cultura di dominare campi lontanissimi come la civiltà maya, la linguistica, la biologia evoluzionistica e la letteratura. Profondo, lucido, appassionato, irriverente, questo libro reca il segno della personalità del suo autore. Dopo una prima parte in cui trovano posto varie «avventure» di Gell-Mann - quasi una piccola autobiografia scientifica che tocca i principali argomenti sviluppati nel seguito -, il fisico americano ci introduce ai grandi temi del «semplice» e del «complesso», invitandoci a passare «dal quark al giaguaro»: vale a dire dalle leggi fondamentali che governano il cosmo e le particelle elementari alla complessità dei sistemi viventi adattativi, frutto di un'evoluzione destinata a durare miliardi di anni. Una serie di considerazioni conclusive dilatano l'orizzonte della discussione sconfinando nel politico e nel sociale: in fondo, le comunità umane sono l'esempio più vistoso di sistema complesso. "Il quark e il giaguaro" non promette al lettore una passeggiata, ma gli dà modo di partecipare un poco della temperie intellettuale del famoso Santa Fe Institute, questa Atene moderna dove un pugno di «specialisti dell'immaginazione», guidati da Gell-Mann, osano lanciare la sfida al futuro.
l'autore Murray Gell-Mann, nato a New York nel 1929, è professore emerito di fisica teorica al California Institute of Technology. Nel 1969 è stato insignito del premio Nobel per la fisica grazie alla scoperta dei quark. Presso la nostra casa editrice è apparso un suo saggio nel volume collettivo "La natura dell'universo fisico".
|