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Le pietre false di Marrakech. Appunti di storia naturale.
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Avviandosi verso la fine del millennio, ma anche verso la fine della propria esistenza, nei ventitré saggi raccolti in questo volume Stephen J. Gould fissa una precisa cornice di riferimento storica, oltre che teorica, in cui inserire le più «storiche» di tutte le scienze: la paleontologia, la geologia e la teoria dell'evoluzione che, come scriveva Darwin, non è altro che una grandiosa «visione della vita». Il libro si apre gouldianamente con tre sguardi singolari sui fossili: dai falsi venduti oggi ai turisti sprovveduti in Marocco, al mistero della «pietra vulva», ai clamorosi abbagli di Galileo e dei suoi confratelli lincei. Gould gioca come sempre sulla varietà dei toni, sul piacere di scoprire e provocare, sulla critica a ogni ottusità e pregiudizio, e questo lo porta a indagare nuove prospettive sul contributo dato all'evoluzione darwiniana dai tre massimi scienziati francesi attivi tra la fine del Settecento e la metà dell'Ottocento, Buffon, Lavoisier e Lamarck, e a gettare luce su figure come Lyell, uno dei «maestri» di Darwin, o Richard Owen, l'«inventore dei dinosauri», e Alfred Russel Wallace, il «coscopritore» della selezione naturale, con le sue improbabili previsioni sul xx secolo. Con il consueto eclettismo, Gould spazia dalla critica al darwinismo sociale e ai pregiudizi di stampo razzista di cui fu intrisa ai suoi albori la genetica, all'avversione per la costruzione di armi sempre più efficienti, prendendo spunto dalla comparsa delle armi chimiche e biologiche durante la Grande Guerra, fino a una visita alla chiesa del Santo Sepolcro divisa tra le varie confessioni cristiane, che si contendono stizzosamente gli spazi dell'edificio sacro.
Le pietre false di Marrakech ci presenta il suo autore in tutta la sua verve, il viaggiatore mai sazio di trovare collegamenti tra fossili, boxe, musical, scienziati e il suo grande idolo Joe Di Maggio, unendo lo sguardo aperto dell'intellettuale all'onestà dello storico che non ammette i processi sommari e le semplificazioni dei manuali. Ancora una volta ci illuminano la sua intelligenza e soprattutto i suoi straordinari orizzonti culturali che fanno di lui un «maestro» della divulgazione scientifica: l'unico in grado, come è stato scritto, di «resuscitare anche i fossili».
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