Le praterie sono destinate ai pionieri : sembra una regola. Ed Elisa Tomat, che dell’ecologia dei prati ha fatto prima uno studio e poi un lavoro, antesignana lo è stata davvero quando – lo ricorda Pia Pera nella sua prefazione – “era ancora invalicabile la frontiera tra selvatico e coltivato”. Un confine che l’autrice prova a ricucire partendo dalle definizioni corrette (campo, prato, tappeto erboso) e dall’osservazione delle consociazioni botaniche naturali, prima di approdare agli “accorgimenti indispensabili a riprodurre sotto casa quella tessitura di erbe superiore in eleganza e bellezza a qualsiasi aiuola fiorita”, citando ancora Pia Pera. Come la flora spontanea dei magredi descritti dall’autrice, il libro procede da un forte scheletro scientifico e da un asciutto temperamento friulano, da cui spuntano come fiori le vivaci immagini personali. Dalla IV di copertina Un prato fiorito in senso proprio non contiene quindi solo erba (le Graminacee), ma anche fiori e, di preferenza, specie selvatiche anziché cultivar commerciali tradizionali. In realtà, persone comuni e tecnici del verde con ‘prato fiorito’ indicano in genere un bordo colorato di fiori seminati anziché trapiantati, per esempio un misto di papaveri, fiordalisi e Nigella . Più che un prato fiorito questo lo definirei un’aiuola fiorita, in quanto manca un elemento fondamentale: l’erba. Non tutti i fiori però sono compatibili con tutte le Graminacee, per via della competitività/aggressività di alcune specie e della ‘mitezza’ di altre. Un vero miscuglio andrebbe perciò sempre tarato sull’ecosistema naturale o semi-naturale di riferimento, se ancora da qualche parte esso esiste e può essere osservato. L’Autrice Elisa Tomat è nata a Udine nel 1976. Nel 2001 si è laureata in Scienze e tecnologie agrarie (indirizzo ambientale) nella sua città. L’anno precedente l’aveva trascorso all’Università di Reading (UK), seguendo tra l’altro il corso di Garden Design e Planting Design di Richard Bisgrove. Perfezionatasi nel 2003 in Parchi, giardini e aree verdi a Torino, ha svolto in seguito un dottorato di ricerca a Udine, concluso con una tesi di ecologia agraria sul ripristino dei prati stabili. L’impegno nella salvaguardia dei prati planiziali della Regione Friuli Venezia Giulia le è valso nel 2005 il Premio Nonino Risit d’aur . Dal 2005 al 2011 ha lavorato per SemeNostrum, azienda agricola produttrice di sementi di fiori selvatici di cui è stata co- fondatrice. È stata docente a contratto in Progettazione e gestione di parchi e giardini a Udine; si occupa ora di progettazione e realizzazione di giardini privati e collabora con la garden designer Barbara Negretti. Dal 2013 cura la rubrica dedicata al giardino nella trasmissione radiofonica Vita nei campi della RAI regionale.
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