Il monte sacro Pellegrini e viaggiatori alle pendici del Kailas
l monte Kailas, remoto picco dalla forma inspiegabilmente simmetrica, si staglia nelle terre del Tibet, in quella parte dell’Altopiano che affascina viaggiatori e pellegrini per la sua bellezza solitaria. Tra i monti sacri è il più sacro. Per gli induisti è il Trono di S´ iva, qui la divinità siede in perpetua meditazione; i buddhisti lo associano a Demchog, potente divinità tantrica, e al saggio Milarepa; per i bön, seguaci dell’originaria religione tibetana, è il luogo di nascita del fondatore, Thönpa Shenrab. Secondo la leggenda, la conquista del monte fu al centro della grande gara di magia tra Milarepa e Naro Bön-chung, sacerdote bön. Lo sconfitto Naro Bön-chung chiese a Milarepa che ai suoi discepoli fosse concesso di compiere il kora, il giro purificatore attorno alle sue pendici. Da quel tempo mitico, pellegrini bön, buddhisti e induisti si recano al Trono degli dèi per ripetere il kora. John Snelling descrive i loro faticosi e impervi cammini e si inoltra nei significati spirituali del Kailas, dei monti sacri in generale, del pellegrinaggio. Alternando resoconti scritti e testimonianze orali, narra anche le vicende dei pochi viaggiatori occidentali – un club esclusivo formato da esploratori, alpinisti, cacciatori e militari – che, tra il 1715 e il 1945, percorsero il monte. Dal 1984, anno in cui il governo cinese aprì i confini del Tibet, un crescente numero di viaggiatori compie il giro del Kailas con uno spirito secondo cui camminare in montagna non è solo avventura o sfida alpinistica, ma una delle vie più potenti verso l’elevazione spirituale e la conoscenza di sé.
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